Cassazione: Se il lavoratore insulta pesantemente un superiore nella pausa caffé non è insubordinazione ma semplice alterco.


Per la Corte Suprema l’insubordinazione consiste nel disattendere gli ordini legittimamente impartiti, pertanto,  il lavoratore licenziato per insubordinazione in quanto aveva insultato ingiuriosamente un superiore  ha vinto la causa contro il datore in quanto,  per la Corte, il fatto costituisce un alterco, punito dal ccnl applicato con una sanzione non espulsiva.
I giudici riprendendo le definizioni  di dizionari di lingua italiana che definiscono alterco o diverbio come «scambio aspro e scomposto di parole e/o di insulti», o come «lite verbale» o come «discussione molto animata» anche se  il destinatario è un superiore gerarchico. Inoltre pare aver giovato il fatto che l’episodio in questione sia avvenuto davanti alla macchinetta del caffé pochi minuti prima dell’inizio del turno vale a dire nello stabilimento, ma non durante l’orario di lavoro.
Il  licenziamento è da ritenersi pertanto illegittimo, con le pesanti conseguenze risarcitorie a carico del datore. . .
La sentenza è la n. 11027/2017
Carlo Bonatesta

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