Alt al modello Inps per le visite fiscali: viola la privacy del lavoratore


Nonostante  il presidente dell’Inps, Tito Boeri, avesse ribadito,  davanti alla commissione Lavoro del Senato, la propria  contrarietà per lo stop da parte dell’Autorità della riservatezza al sistema per individuare assenze dal lavoro sospette, ieri  vi è stata la replica del Garante.
Il Garante della privacy, Antonello Soro ha replicato che il sistema utilizzato dall’Inps per individuare in via preventiva possibili assenze ingiustificate dal lavoro, configura una «vera e propria profilazione dei lavoratori», in contrasto con la privacy. In particolare, quel sistema non adotta gli accorgimenti necessari per evitare abusi nei confronti degli inconsapevoli interessati, a partire dal fatto che non sono state previste «precauzioni e garanzie specifiche volte a evitare, ad esempio, che inesattezze nei dati raccolti o incongruenze nella logica degli algoritmi usati inducano decisioni erronee con impatti negativi sui singoli». 
Per il Centro studi Inps lo stop del Garante ha ridotto del 26,8% la capacità delle visite fiscali di individuare casi di assenza ingiustificata alla visita del medico, con una perdita per le casse dell’Inps è stata di circa 335mila euro al mese.  L’Inps spende ogni anno circa 2 miliardi per indennità di malattia per i dipendenti privati (a carico delle imprese i primi 3 giorni) mentre le giornate di assenza dei pubblici dipendenti valgono circa 2,8 miliardi annui, calcolati in termini di retribuzione corrisposta al lavoratore in caso di malattia. L’Istituto riceve ogni anno circa 12 milioni di certificati di lavoratori privati assicurati Inps per la malattia e 6 milioni di certificati di dipendenti pubblici. 

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